Questa mattina mi sono imbattuto in un interessante articolo su “Ciociaria Oggi” a firma del sempre puntuale Marco Barzelli.
Figura 1. Articolo Ciociaria Oggi
Nell’approfondimento si fa riferimento all’ultimo sondaggio proposto dall’Amministrazione Comunale di Ceccano, dove venivano indagati i fattori di benessere nel nostro territorio.
Mi preme a questo punto ricordare che dal 2015 avevo cominciato a studiare la popolazione sotto questi fattori, è quindi utile valutare i mutamenti che sono avvenuti in questi anni. Tra questi il dato che salta più all’occhio è quello sul gradimento che la popolazione ha riguardo l’operato e fiducia nella stessa amministrazione proponente.
Nel 2016 furono 623 le interviste raccolte, mentre 389 nel 2017, con un intervallo di confidenza maggiore del 95%.
Qui i dati rispetto all’amministrazione comunale in questi anni
Tabella 1. Confronto dati riguardo alla sfiducia della popolazione della gestione amministrativa locale, secondo i questionari sottoposti negli anni alla popolazione
Appare lampante che è necessaria, da parte della classe politica locale, una profonda e chiara autocritica riguardo un operato che non sempre è stato trasparente e lineare in questi anni. Lo stesso che vi scrive ha dovuto subire ogni genere di accusa riguardo la somministrazione di questionari anonimi alla popolazione nel 2016 e 2017. Ora la stessa amministrazione ha uno strumento per guardarsi allo specchio e per riflettere sulla direzione che sta prendendo la nostra cara Ceccano.
Troppo spesso si è preferito ricorrere allo scontro, in un clima di odio orientato al “diverso” che ha superato ogni limite di sopportazione. Ritengo che sia arrivato il momento di riunire chi si occupa di cultura sul territorio, chi parla di innovazione e servizi per lo sviluppo, chi ha voglia di passare dalla contea dei templari ad una moderna cittadina europea. Abbiamo subito la “rivoluzione” dei prepotenti, è arrivato il momento di costruire qualcosa di più, qualcosa che la nostra terra merita.
Ci siamo, sabato 1 settembre 2018 il gruppo “Giovani Medici Frosinone” si presenta al pubblico. Si parlerà di prevenzione, importanza delle campagne di screening e dello studio che sta coinvolgendo i 91 comuni della provincia di Frosinone e che vuole mettere in relazione stile di vita con condizioni ambienti e vicinanza ad agenti inquinanti.
La location scelta per l’evento è il Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano, segno che da un luogo di educazione deve partire la formazione riguardo a tematiche così importanti. Vorrei ringraziare personalmente il D.S. Prof.ssa Concetta Senese il Prof. Pietro Alviti che da sempre si mostrano attivi e sostengono le attività dei giovani sul territorio. Grazie al loro prezioso contributo l’intero evento sarà disponibile anche in streaming.
Sarà l’occasione per vedersi, incontrarsi e capire insieme cosa fare per questo territorio. Rappresentanti dell’Ordine dei Medici, Associazioni Culturali sul territorio, Amministrazioni, Scuole accompagneranno i GMF in un percorso che è solo all’inizio.
Manifesto ufficiale dell’evento (Grafica: Roberto Pizzuti)
Il gruppo annuncia inoltre che verrà proposta alla popolazione una campagna di screening al mese, che verrà accompagnata da eventi formativi per la popolazione e per i professionisti, al fine di migliorare l’informazione riguardo le patologie più comuni presenti sul nostro territorio. Nella giornata del 1 settembre sarà possibile interagire con i colleghi medici e misurare pressione arteriosa con frequenza cardiaca ricevendo, ove necessario, consigli alimentari e di stile di vita al fine di prevenire il rischio cardiovascolare.
Non vi resta che partecipare numerosi e approfittare di un nucleo compatto di giovani medici che, senza scopo di lucro, si mette a disposizione della terra che li ha visti nascere. Qui potete trovare l’evento facebook.
Ad una settimana dal lancio del questionario di valutazione sugli stili di vita nella Valle del Sacco da parte del gruppo “Giovani Medici Frosinone” è già tempo di fare un piccolo bilancio. Al momento sono quasi 1000 le interviste validate, hanno partecipato al progetto residenti in 38 dei 91 comuni nella provincia di Frosinone, coprendo circa il 40% del territorio.
Spicca la partecipazione di Ceccano, Pofi e Castro dei Volsci (primi tre comuni in questa speciale classifica), indice di una grande sensibilità da parte della popolazione su queste tematiche.
Nel frattempo potete consultare ed interagire con i GMF attraverso la loro Pagina Facebook Ufficiale, a breve seguirà la pubblicazione di un sito internet dedicato.
Tabella 1. Elenco dei comuni partecipanti allo studio con relativa percentuale. Fonte: Giovani Medici Frosinone
Secondo gli ultimi dati di sorveglianza (Ministero della Salute), gli accessi al pronto soccorso di codici bianchi e verdi (NON EMERGENZE) si attestano a più del 70% del totale dei pazienti. Bisogna invertire questa rotta al fine di evitare il collasso strutture strategiche. Per evitare un’ulteriore congestione del Pronto Soccorso, l’ASL di Frosinone ha messo in campo numerose postazioni mediche al fine di garantire una continuità assistenziale ai pazienti sul territorio.
Continuità Assistenziale (Ex Guardia Medica)
Il medico di continuità assistenziale ad oggi è autorizzato a effettuare ESCLUSIVAMENTE visite domiciliari. Il paziente che ne ha bisogno può chiamare la Centrale Unica d’Ascolto di Frosinone al numero verde 800185486 spiegando il proprio problema al medico preposto. Le postazioni di Continuità Assistenziale sono attive dalle ore 10:00 del giorno prefestivo fino alle ore 8:00 del giorno successivo al festivo (es. da sabato alle ore 10:00 fino al lunedì successivo alle 8:00); inoltre si effettua servizio dalle ore 20:00 alle ore 8:00 di tutti i giorni feriali.
Tabella 1. Presidi di Continuità Assistenziale divisi per Distretto Sanitario (Fonte ASL Frosinone)
Il medico di Continuità può, dopo aver visitato il paziente:
prescrivere farmaci per terapia in urgenza
proporre ricovero urgente
certificare malattia per lavoratore turnista per un massimo di TRE GIORNI
I medici di Continuità assistenziale NON POSSONO prescrivere esami e visite specialistiche, né trascrivere prescrizioni di altri sanitari (comprese quelle di dimissione ospedaliera).
Presidio Ambulatoriale Territoriale (PAT)
Sono degli ambulatori di Medicina Generale, nati per far fronte alla richiesta di assistenza di base e continuità assistenziale sul territorio. Gestiti dai medici di famiglia, si occupano di risolvere codici bianchi e verdi (piccole urgenze). Non trattano emergenze, per le quali si consiglia chiamata al 118. Questi ambulatori sono gratuiti e possono offrire aiuto in sindromi dolorose, influenza, piccole ferite, medicazioni e piccoli traumi. I PAT si trovano:
Anagni – Presidio Sanitario. Aperto H24 7 giorni su 7
Ceccano – Casa della Salute – Aperto dalle 8:00 alle 20:00 7 giorni su 7
Ceprano – Casa della Salute – Aperto dalle 8:00 alle 20:00 7 giorni su 7
Pontecorvo – Casa della Salute – Aperto H24 7 giorni su 7
Ambulatorio di Cure Primarie (ACP, ex Ambufest)
Si trovano dislocati negli ospedali della provincia. Si tratta di ambulatori adibiti alle cure primarie. Vi si può accedere liberamente nei giorni prefestivi e festivi dalle ore 10:00 alle ore 19:00. Si trovano ad Alatri, Frosinone, Sora, Cassino (in prossimità dei rispettivi ospedali).
AMBUMED
Sono presidi con Medico di Medicina Generale inseriti all’interno del Pronto Soccorso. Si occupano della gestione di codici bianchi e verdi al fine di limitare le attese, che tutti sappiamo essere interminabili in alcuni casi. Sono a disposizione 7 giorni su 7 dalle ore 8:00 alle ore 20:00.
Tabella 2. Riepilogo presidi ASL Frosinone
L’impegno dei medici, in molti casi giovani e con spiccata professionalità, è costate e capillare sul territorio.
Come ogni estate, insieme alla voglia di vacanza e di mare, arrivano i picchi di caldo record ai quali dobbiamo fare attenzione per evitare conseguenze sulla salute.
Particolare attenzione dobbiamo riservare ai bambini e a tutti i soggetti con più di 75 anni. Restano soggetti a rischio i pazienti affetti da patologie croniche (es. diabete, ipertensione arteriosa ecc..).
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Dove reperire le giuste informazioni?
Il Ministero della Salute ha attuato diversi presidi informativi riguardo le temperature a rischio nelle varie città italiane.
Giorno dopo giorno potete consultare i bollettini che vengono rilasciati qui “Ministero della Salute – CALDO”; inoltre è possibile scaricare un’App (dispibibile su Android e iOS) che fornisce informazioni riguardo (maggiori info qui):
livelli di rischio di salute suddiviso per città (attraverso apposito spazio di ricerca);
raccomandazioni per la prevenzione suddivisa per categoria di soggetto a rischio;
mappa interattiva con informazioni riguardo i servizi offerti a livello locale finalizzati alla gestione delle ondate di calore.
Figura 1. Bollettino Frosinone vs bollettino Latina dal 10 al 12 agosto 2018
Cosa fare praticamente?
Qui un breve decalogo di consigli da seguire (fonte Ministero della Salute):
Non uscire nelle ore più calde: durante le giornate in cui viene previsto un rischio elevato, deve essere ridotta l’esposizione all’aria aperta nella fascia oraria compresa tra le 11.00 e le 18.00.
Migliorare l’ambiente domestico e di lavoro: la misura più semplice è la schermatura delle finestre esposte a sud e a sud-ovest con tende e oscuranti regolabili (persiane, veneziane) che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria. Efficace è naturalmente l’impiego dell’aria condizionata che tuttavia va impiegata con attenzione, evitando di regolare la temperatura a livelli troppo bassi rispetto alla temperatura esterna. Una temperatura tra 25-27°C con un basso tasso di umidità è sufficiente a garantire il benessere e non espone a bruschi sbalzi termici rispetto all’esterno. Sono da impiegare con cautela anche i ventilatori meccanici. Accelerano il movimento dell’aria, ma non abbassano la temperatura ambientale. Per questo il corpo continua a sudare: è perciò importante continuare ad assumere grandi quantità di liquidi. Quando la temperatura interna supera i 32°C, l’uso del ventilatore è sconsigliato perché non è efficace per combattere gli effetti del caldo.
Bere molti liquidi: Bere molta acqua e mangiare frutta fresca è una misura essenziale per contrastare gli effetti del caldo. Soprattutto per gli anziani è necessario bere anche se non si sente lo stimolo della sete. Esistono tuttavia particolari condizioni di salute (come l’epilessia, le malattie del cuore, del rene o del fegato) per le quali l’assunzione eccessiva di liquidi è controindicata. Se si è affetti da qualche malattia è necessario consultare il medico prima di aumentare l’ingestione di liquidi. È necessario consultare il medico anche se si sta seguendo una cura che limita l’assunzione di liquidi o ne favorisce l’espulsione.
Non bere bevande alcoliche o bevande contenenti caffeina.
Fare pasti leggeri: la digestione è per il nostro organismo un vero e proprio lavoro che aumenta la produzione di calore nel corpo.
Vestire comodi e leggeri, con indumenti di cotone, lino o fibre naturali (evitare le fibre sintetiche). All’aperto è utile indossare cappelli leggeri e di colore chiaro per proteggere la testa dal sole diretto.
In auto, ricordarsi di ventilare l’abitacolo prima di iniziare un viaggio, anche se la vettura è dotata di un impianto di ventilazione. In questo caso, regolare la temperatura su valori di circa 5 gradi inferiori alla temperatura esterna evitando di orientare le bocchette della climatizzazione direttamente sui passeggeri. Se ci si deve mettere in viaggio, evitare le ore più calde della giornata (specie se l’auto non è climatizzata) e tenere sempre in macchia una scorta d’acqua. Non lasciare mai neonati, bambini o animali in macchina, neanche per brevi periodi.
Evitare l’esercizio fisico nelle ore più calde della giornata. In ogni caso, se si fa attività fisica, bisogna bere molti liquidi. Per gli sportivi può essere necessario compensare la perdita di elettroliti con gli integratori.
Occuparsi delle persone a rischio, facendo visita almeno due volte al giorno e controllando che non mostrino sintomi di disturbi dovuti al caldo. Controllare neonati e bambini piccoli più spesso.
Dare molta acqua fresca agli animali domestici e lasciarla in una zona ombreggiata.
In questo articolo cercherò di rispondere ad alcuni dei vostri messaggi arrivati attraverso lo spazio libero a margine del questionario. Prima di qualsiasi cosa permettetemi di ringraziare la popolazione delle nostre terre per la straordinaria partecipazione, soprattutto in un momento molto “vacanziero” come questo. Mentre scrivo stiamo sfiorando le 700 interviste validate, ve ne siamo grati.
Veniamo a noi, premetto che cercherò di rispondere con quelle che sono le mie personali idee e valutazioni cercando di farvi capire quali possono essere gli obiettivi attuali e futuri del gruppo “Giovani Medici Frosinone“.
La maggior parte degli oltre 100 commenti arrivati sono attestati di stima all’iniziativa e al gruppo di colleghi che sta dietro tutto questo. Ce li teniamo per noi, al fine di rinfrancare lo spirito di una professione medica un po’ bisfrattata negli ultimi tempi. Vi ringraziamo per l’affetto che ci state dimostrando e cercheremo di essere più attivi possibile per non deludere le vostre aspettative.
Ho evidenziato alcuni messaggi che hanno però attirato la mia attenzione e ai quali voglio brevemente rispondere. Qui una lista con Domande (in grassetto) e mie personali risposte:
Come matchate le risposte se non avete il dato su dove il soggetto lavora o similari?
Il presente questionario si propone di indagare l’esistenza di una correlazione tra fattori di rischio alimentari/stile di vita e quello che può essere inquinamento ambientale legato alla propria residenza. Ovviamente è un primo passo e non è sicuramente perfetto, seguiranno iniziative più capillari al fine di coprire le patologie professionali.
L’età della prevenzione da adulti è una cavolata, deve partire dai bambini.
Il discorso riguardante i test di screening è legato a diversi studi in letteratura che vanno ad individuare età preferenziali al fine di effettuare un test con risultato sensibile e specifico per la patologia da ricercare. Per “prevenzione” da bambini però qualcosa si può fare, magari educando ad una corretta alimentazione e al rispetto in materia ambientale. Ricordo che non si previene solo negli ambulatori ma soprattutto nella vita di tutti i giorni applicando pratiche di vita corrette.
Se continuano ad autorizzare fabbriche che inquinano moriremo tutti di tumore.
Ritengo che il problema non sia tanto la fabbrica, ma il far rispettare le regole in tematica ambientale. C’è bisogno di maggiori controlli, anche se in molti casi recuperare errori del passato diventa complicato.
Si può integrare con indagini di laboratorio specifiche?
Il presente questionario indaga le abitudini su base anonima, il gruppo ha in mente diverse iniziative da proporre alle amministrazioni e alle associazioni culturali che si occupano d queste tematiche.
Sarebbe opportuno coinvolgere gli alunni delle scuole per ciò che concerne l’inquinamento nella Valle del Sacco.
Per mia esperienza personale molti istituti già da tempo cercano di formare, con progetti extrascolastici, i propri studenti su queste tematiche. Noi ci siamo e siamo disposti a recarci capillarmente per spiegare cosa significa prevenzione in una terra molto particolare come la nostra.
Sarebbe opportuna una maggiore “elasticità” nelle risposte, mi sono trovato in difficoltà su alcune domande.
Mi dispiace di aver generato momenti di difficoltà, il questionario è concepito per raccogliere dati su alcune variabili prestabile dal gruppo. Ovviamente in futuro e in altre iniziative ci saranno altri modi per ampliare la conoscenza del problema sotto ogni sua forma. In parole povere, mettere troppa carne al fuoco non giova allo studio.
La cosa importane è che non rimanga scritta solo su carta.
Non sarà così.
Che i programmi di prevenzione vengano pubblicizzati di più.
Speriamo di poter aiutare la diffusione di corrette pratiche e la cultura della prevenzione attraverso i nostri canali.
Consiglio di dare una tempistica indicativa e di inserire un indicatore di progressione al questionario. Il questionario anonimo può farvi avere degli errori di valutazioni su doppie risposte?
Sulla tempistica, ci siamo dati circa 60 giorni al fine di raccogliere un numero adeguato di interviste. Per l’indicatore ringrazio del consiglio, modifica apportata tempestivamente. Sul questionario anonimo c’è un sistema di controllo che sto gestendo personalmente al fine di evitare “pacchetti” di risposte che possano spostare significativamente i risultati.
Iniziativa lodevole anche se mette un po’ di ansia.
Non è nostra intenzione generare preoccupazioni, ma indagare e comprendere insieme a voi quali sono le criticità del sistema. Chiedo pertanto venia per aver fatto provare sentimenti non voluti. Ci rifaremo in qualche iniziativa futura sul territorio alla quale sicuramente parteciperà.
Ne ho selezionati solo 10 per ora ai quali mi premeva dare una risposta immediata, seguiranno altri “Question Time” qualora ce ne sia bisogno. Vorrei dire che anche se non conosco gli utenti che li hanno scritti voglio ringraziarli per l’estrema gentilezza e per aver perso qualche minuto del loro tempo al fine di fare una domanda più, ricordo che confrontarsi (e non scontrarsi) è il modo migliore per capire meglio insieme ogni cosa.
Ricordo, per finire, che potete CLICCARE QUI per partecipare allo studio.
Pubblicato nella serata di ieri 7 agosto 2018, il questionario proposto e strutturato dal gruppo “Giovani Medici Frosinone” ha raccolto già più di 200 interviste, tanti consensi da parte della popolazione che sicuramente rinfrancano del lavoro fatto.
Per tutte le informazioni e gli obiettivi dello studio invito a leggere il precedente articolo CLICCANDO QUI
Chi sono i Giovani Medici Frosinone?
Si tratta di medici under 40 della nostra provincia, molti in attesa di formazione (a causa dei sempre scarsi posti nei corsi di alta formazione post universitari), altri in specializzazione o nel corso di formazione in medicina generale, infine alcuni già specializzati; parliamo di un’intera generazione di professionisti che ha deciso spontaneamente e senza condizionamenti di mettersi al servizio della comunità. Qui una breve lista di tutti i medici partecipanti, suddivisi per paese di residenza (in via di aggiornamento):
DOTT.SSA CHIARA COCCIA – ALATRI
DOTT.SSA FABIOLA COCCIA – ALATRI
DOTT.SSA ROBERTA NAFRA – ALATRI
DOTT. FRANCESCO IANNONE – AQUINO
DOTT. EMILIANO ARANGO – BOVILLE ERNICA
DOTT.SSA EMANUELA LANNI – CASSINO
DOTT.SSA EMY MANZI – CASSINO
DOTT.SSA CRISTINA FRABOTTA – CASTRO DEI VOLSCI
DOTT. DAMIANO PIZZUTI – CECCANO
DOTT.SSA ILARIA FIORI – CECCANO
DOTT. FRANCESCO SCIORIO – CEPRANO
DOTT.SSA SIMONA MASTRANGELI – FERENTINO
DOTT.SSA SARA LA BELLA – FERENTINO
DOTT. DANIELE MARINELLI – FERENTINO
DOTT.SSA IOLE NICOLI – FROSINONE
DOTT. EMANUELE DI MURRO – FROSINONE
DOTT.SSA GIOIA MASTROMORO – FROSINONE
DOTT.SSA ALESSANDRA COLELLA – FROSINONE
DOTT. ALESSANDRO REALI – MONTE S. GIOVANNI CAMPANO
DOTT.SSA TATIANA RECA – ROCCASECCA
DOTT.SSA VINCENZA VENDITTELLI – SAN VITTORE NEL LAZIO
In un prossimo articolo sarà mia cura rispondere al alcuni dubbi e proposte che stanno arrivano attraverso lo spazio aperto nel questionario, vi chiedo di darmi del tempo per potervi leggere tutti. A presto e grazie
Dopo qualche settimana di inattività torno a scrivere di salute, prevenzione e buone pratiche nella società. Lo faccio presentando un progetto che mi sta molto a cuore, da mesi infatti i medici più giovani della provincia di Frosinone stanno parlando, facendo gruppo al fine di creare un sostegno concreto e tangibile alla terra che li ha visti nascere. Si tratta di professionisti under 40 che sicuramente avrete avuto modo di conoscere nei presidi di Guardia Medica, nei PAT o in qualche sostituzione dal vostro medico di famiglia.
Impareremo tutti a conoscere meglio i “GMF“, annuncio che è in lavorazione un sito completamente gestito da loro che si propone di fare informazione corretta riguardo pratiche mediche, patologie comuni, prevenzione e che cercherà di spiegare quello che giorno dopo giorno accade dal punto di vista sanitario nel nostro territorio. Ci tengo a precisare che tale gruppo è autonomo e non finanziato da nessuno se non dalla buona volontà e dalle capacità di ognuno dei suoi componenti.
Perché i Giovani Medici Frosinone?
Ora passiamo alle cose pratiche: parte uno studio che si pone di indagare le relazioni esistenti tra territorio, inquinamento, abitudini alimentari e stile di vita nella popolazione della Valle del Sacco. In queste settimane hanno risposto favorevolmente all’iniziativa i Comuni di Ceccano, Pofi e Castro dei Volsci promettendoci sostegno all’iniziativa e la massima collaborazione. Ringraziamo le amministrazioni e speriamo che nei prossimi giorni altri possano avvicinarsi al progetto.
In cosa consiste?
Si tratta di un questionario online (gestito con servizio Google Moduli) che indaga le abitudini nella popolazione della Valle del Sacco. Il questionario verrà presto presentato anche sotto forma cartacea, in alcuni punti in via di definizione. L’obiettivo è quello di raggiungere almeno 15 mila interviste al fine di comporre uno studio di popolazione quanto più statisticamente rilevante.
Come fare?
Potete partecipare al questionario cliccando a questo link (QUESTIONARIO). Il questionario è anonimo e i dati raccolti verranno utilizzati esclusivamente a scopo di studio statistico.
Che fine faranno i risultati?
Dopo attenta analisi i dati raccolti verranno utilizzati al fine di stendere un articolo scientifico, che verrà inviato a riviste specializzate e alle segreterie dei congressi di settore. Avremo modo quindi di studiare la popolazione in larga scala (grazie allo strumento informatico) e di individuare criticità e interventi possibili in ambito sanitario così da proporre alla popolazione della nostra terra un servizio sanitario sempre più attento e mirato a quelle che sono le reali esigenze.
Vi ringrazio per la partecipazione, che non potrà che essere numerosa
Dopo il deciso intervento da parte del Ministero della Salute nel 2017, che ricordiamo aver regolamentato in maniera netta l’obbligatorietà alle vaccinazioni nei più giovani, possiamo prendere visione di primi dati sulla sorveglianza continua dell’infezione forniti da “Epicentro” .
Figura. 1 – Gennaio 2017 e Gennaio 2018 a confronto. Morbillo & Rosolia News, Istituto Superiore della Sanità
Confrontando i documenti della sorveglianza attiva su morbillo e rosolia nel nostro paese possiamo notare che i risultati sono confortanti.
Nel gennaio 2017 erano 238 i casi di morbillo riconosciuti, 164 a gennaio 2018; un sensibile calo di 74 casi (più di 2 pazienti in meno al giorno). Ricordiamo però che ancora si muore di morbillo (2 decessi nel primo mese del corrente anno). Alcuni dati:
L’età mediana dei casi è stata pari a 25 anni
Il 26,4% dei casi ha meno di cinque anni di età; di questi, 14 bambini al di sotto dell’anno
Il 52,4% dei casi si è verificato in soggetti di sesso femminile
L’89,8% dei casi per cui è noto lo stato vaccinale era non vaccinato
Il 55,5% dei casi è stato ricoverato e un ulteriore 18,9% si è rivolto ad un Pronto Soccorso
Sono stati segnalati 2 decessi, in due persone adulte di età 38 e 41 anni rispettivamente. Questi portano a 6 il numero totale di decessi in Italia da quando ha avuto inizio l’epidemia (al momento è più facile morire di morbillo che di meningite, solo per fare un esempio)
Figura 2. Nel grafico i casi di Morbillo da gennaio 2013 a gennaio 2018. Il picco che si nota nel 2017 è coinciso con le campagne no-vax messe in moto da esponenti di varia estrazione politica e sociale per mezzo di social network con campagne di istigazione alla paura (infondata) sulle masse. Fonte: Istituto Superiore di Sanità
La strada intrapresa è senza dubbio quella giusta, ma ancora è lungo il cammino da fare. Questo è il momento di formare alla perfezione il personale sanitario affinché possa rappresentare il punto centrare di diffusione di informazione positiva e rassicurante sulla popolazione. Solo attraverso una conoscenza accurata il nostro paese potrà andare oltre l’obbligo vaccinale.
Un giorno vaccinarsi non sarà più visto come un obbligo ma un atto di coscienza civica e di progresso sociale.
Sempre più spesso, soprattutto nel nostro territorio, sentiamo parlare di intolleranza al glutine o celiachia; ma di cosa stiamo parlando?
La Ministra della Salute Beatrice Lorenzin il 16 gennaio 2018 ha riferito in parlamento riguardo lo status della patologia in Italia. Ha dichiarato quanto segue:
In Italia il Ministero della Salute con le sue attività istituzionali è fortemente impegnato in tema di celiachia attraverso un costante e laborioso lavoro di collaborazione con le Regioni e le Provincie Autonome. In particolare quest’anno sono stati realizzati diversi interventi mirati a garantire il celiaco durante il percorso diagnostico, condividendo con le Regioni i requisiti tecnici, professionali ed organizzativi minimi per l’individuazione dei presidi sanitari deputati sul territorio alla diagnosi di celiachia. Questa iniziativa è stata affiancata da un laborioso e articolato lavoro tecnico-legislativo di adeguamento normativo ai fini della tutela della vulnerabilità dei celiaci anche sul piano alimentare
Min. Beatrice Lorenzin – Decima relazione annuale sulla celiachia al parlamento italiano (raccolta dati relativa all’anno 2016) – 16/01/2018
Breve storia
Il termine “celiachia” veniva utilizzato per descrivere una sindrome pediatrica caratterizzata da diarrea, gonfiore addominale, scarso accrescimento, ipotonia muscolare. Non vi era alcuna terapia e la mortalità si aggirava intorno al 40% dei casi. Fortunatamente oggi questi casi gravi di morbo celiaco non si vedono più grazie all’introduzione della dieta priva di glutine.
Ma cos’è il glutine?
Si tratta di un complesso proteico che si ottiene dalla lavorazione della farina di frumento per mezzo di flussi di acqua corrente. In maniera particolare, l’acqua stessa elimina le componenti idrosolubili del frumento (es. l’amido) mentre le proteine non idrosolubili (gliadina, glutenina) vanno a creare un reticolo elastico nell’impasto conferendo la classica sofficità ed elasticità ai cibi che ne contengono.
La diffusione della celiachia, un po’ di epidemiologia
La diffusione della patologia è globale, si stima che circa l’1% della popolazione mondiale ne sia affetta. Una prevalenza così elevata è dovuta sia alla predisposizione genetica (circa il 30% della popolazione nel mondo mostra una predisposizione) che all’elevato consumo di cereali contenenti glutine da parte degli esseri umani. Sarebbe riduttivo considerare solo questi due fattori, esistono infatti numerose concause tutt’ora in fase di studio. Appare quindi complicato indicare con certezza dei veri fattori predisponenti.
Figura 1. Diffusione della Celiachia nel mondo. La popolazione a più alta prevalenza di malattia è quella degli Saharawi (gruppo etnico del Marocco) che per molto tempo è stato isolato dal resto del mondo determinando un’alta frequenza del gene DQ2/8 (mutato nel morbo celiaco). Non si manifestò la malattia fino a quando, con l’arrivo degli aiuti umanitari, i saharawi iniziarono a mangiare grandi quantità di frumento (fino ad allora sconosciuto nella loro dieta), la prevalenza nel tempo ha superato il 5% della popolazione
Nella popolazione mondiale si stima che solo 1 individuo su 7 riceva una corretta e pronta diagnosi, questo rende difficile il controllo della patologia e lo studio di fattori di rischio sulla popolazione. Le diagnosi di morbo celiaco sono aumentate solo a partire dagli anni ’90 quando sono stati identificati degli anticorpi specifici utili per la diagnosi sierologica (anti-endomisio o EMA). Oggi, con la ricerca degli anticorpi anti-transglutaminasi (sensibilità e specificità superiori rispetto a EMA) si può porre diagnosi di morbo celiaco in selezionati pazienti pediatrici senza l’ausilio della biopsia duodenale.
Diagnosi
L’osservazione istologica della mucosa del duodeno (prelevata attraverso esofagogastroduodenoscopia) è oggi l’esame gold standard per la diagnosi della celiachia. Devono essere presenti tre segni particolari:
ipo/atrofia dei villi intestinali
iperplasia delle cripte
infiltrazione linfocitaria della lamina propria
Secondo il nuovo protocollo diagnostico (siglato nel 2015 dalla conferenza Stato-Regioni), si può porre diagnosi di malattia celiaca in pazienti pediatrici selezionati e in assenza di biopsia intestinale quando si presentano queste caratteristiche:
anticorpi anti-transglutaminasi superiori a 10 volte la normalità
anticorpi anti-endomisio positivi
positività allele DQ2/8
sintomi caratteristici della celiachia
Non solo la celiachia tra le malattie glutine-dipendenti
Esistono diverse manifestazioni da reazione al glutine. In particolare ricordiamo:
La celiachia
La dermatite erpetiforme
L’allergia al grano
La sensibilità al glutine
La dermatite erpetiforme è una patologia dermatologica con violente eruzioni erpetiformi (simili all’infezione da Herpes Virus) che si manifesta soprattutto a livello delle superfici estensorie (es. gomiti, ginocchia). Volgarmente viene chiamata “celiachia della pelle“. L’allergia al grano invece mostra segni tipici di una reazione allergica pura, con reazioni anche di tipo anafilattico (dall’orticaria fino allo shock). La diagnosi può essere posta sulla base di test cutanei (prick test) o sierologici (RAST). Importante ricordare che i soggetti allergici al grano non sono esposti ad un aumentato rischio di celiachia. Discorso a parte merita la Gluten Sensivity (NCGS), parliamo della presenza di sintomi intestinali o extraintestinali mediati dall’assunzione di glutine nei soggetti dove i riscontri diagnostici sono tutti negativi. Si rendono necessari studi più approfonditi al fine di valutare al meglio la reattività di tali soggetti al glutine.
Figura 2. Disordini correlati al glutine
LEA e Glutine
Nel 2017 è cambiata la definizione della celiachia all’interno del Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Tale patologia non è più definita RARA, bensì CRONICA INVALIDANTE. Questo spostamento si è reso necessario in quanto la soglia che identifica una patologia come rara è la prevalenza inferiore a 5/10000 abitanti. In termini economici significa che tutti i test diagnostici per la celiachia non sono più in regime di esenzione totale, mentre il soggetto diagnosticato potrà usufruire, in regime di esenzione, tutte le prestazioni sanitarie utili per il controllo della patologia e delle sue complicanze.
Figura 3. Sul fronte dell’assistenza integrativa della dieta, nel 2017 sono stati confermati i contributi mensili erogati al paziente affetto da morbo celiaco riconosciuto che potrà farne uso per l’acquisto di prodotti che risultano presenti nell’apposito Registro Nazionale
La dieta senza glutine rappresenta l’unica terapia per le persone affetta da morbo celiaco. Essa è composta da alimenti naturalmente privi di glutine (frutta, verdura, ortaggi, tuberi, legumi, uova, carne, pesce) e prodotti trasformati che per avere nell’etichetta la dicitura “senza glutine” devono averne di contenuto inferiore a 20mg/Kg (o parti per milione – ppm). Questi alimenti si dividono a loro volta in due grosse categorie:
Alimenti senza glutine – adatti ai celiaci, sono prodotti già senza glutine ma che riportano l’etichetta come informazione accessoria ed utile al paziente
Alimenti senza glutine – specificatamente formulati per celiaci, sono prodotti trasformati ed opportunamente strutturati al fine di sostituire uno o più ingredienti contenenti glutine con altri che ne sono privi (es. pasta senza glutine)
Figura 4. Ogni prodotto “erogabile” dal SSN deve essere presente nel REGISTRO NAZIONALE. Nell’immagine l’etichetta che deve essere presente sull’alimento
Nel 2015 il SSN ha speso circa 270 milioni di euro per garantire ai celiaci una corretta alimentazione senza glutine.
Conclusioni in punti
La celiachia, che oggi è a tutti gli effetti una malattia cronica, diventa un’affezione facilmente controllabile grazie ad una corretta alimentazione (rigorosamente priva di glutine) che ricordiamo essere una vera e propria terapia
Ritengo che il SSN nel supporto al paziente con morbo celiaco mostri grande efficenza e attenzione. Sicuramente c’è ancora molta strada da fare, ma abbiamo intrapreso il giusto cammino
L’interesse di grosse industrie alimentari sta avendo come effetto una sensibile riduzione dei prezzi negli alimenti gluten free (acquistabili ormai in supermercati con marchi anche molto famosi)
Sarebbe interessante che più esercizi commerciali e di ristorazione si formassero al fine di poter fornire al paziente con morbo celiaco la possibilità di un’alimentazione sana e dignitosa fuori casa